domenica 26 marzo 2017

Una giornata a Capua


25 marzo 2017, ore 04.00 di mattina la sveglia suona.
Sbarro gli occhi e fisso il soffitto, giusto qualche minuto per realizzare dove sono e chi sono poi scatto in piedi come una molla.
Mi alzo, mi lavo, mi vesto e raggiungo l’autobus per Malpensa, ore 07.00 decollo verso Napoli e atterraggio in perfetto orario alle 08.17.
Giuseppe Gagliardimi aspetta puntuale per portarmi a Capua, neanche un’agenzia viaggi avrebbe potuto organizzare meglio del docente Fiorenzo Marino ogni singolo dettaglio di questa avventura.
Varco l’ingresso del Liceo Luigi Garofano di Capua e con la mente torno indietro di tre anni, era il 2014 quando fui invitato per la prima volta in questo istituto e conservo gelosamente quell’esperienza come una delle più belle della mia vita da autore e non solo.
Il calore e l’ospitalità delle persone del sud sono un luogo comune, ma in questo angolo di Campania, in questo edificio in cui il brulicare di 1500 ragazzi e 150 docenti mi riporta indietro nel tempo si va oltre la consuetudine. Sono un autore fantasy e il mio retaggio mi porta a pensare che, forse, in qualche vita precedente sono appartenuto a questi luoghi. Il cuore accelera, cerco di mantenere un contegno, in fondo ho 53 anni non posso comportarmi come un adolescente al primo appuntamento. Respiro e sfoggio un bel sorriso (magari non così bello ma è il meglio che sono riuscito a fare) la docente Vittoria Simone mi attende nell’atrio, elegante, gentile, affabile, all’apparenza meno impacciata di me. Saluto il dirigente scolastico Giovanni Di Cicco, persona squisita e di rara apertura mentale. Saluti e abbracci non assolutamente di rito, qualcosa di più: affetto, rispetto, stima, amicizia. Inizio a rilassarmi e mi adatto al clima gioviale e a un ritrovato equilibrio emotivo. O almeno così credevo.
Incontro la classe IV Bs, alunni che alla mia visita precedente erano in prima. Rispondo con entusiasmo a tutte le domande trattenendo a stento l’emozione, in particolare quando Giovanni Adduce mi regala un disegno che rappresenta mia figlia che dorme accovacciata di fianco a un drago. 
Alcune foto ricordo e poi ci spostiamo nella sede della sezione musicale, un edificio dell’anno 1000 appartenuto all’ordine dei cavalieri di Malta. Come dire che la mia parte emotiva non fosse già abbastanza sollecitata, c’era bisogno di aggiungere una cornice così suggestiva con 150 ragazzi seduti e il mio libro in mano per dare la stoccata finale al mio precario autocontrollo.
In qualche modo ne esco, faccio una breve introduzione sul fantasy e sull’importanza della lettura, dimenticando credo la metà del discorso che avevo preparato. Decine di domande scaturiscono dai ragazzi. Dalle più semplici a quelle più articolate, la parte autore prende il sopravvento e inizio a raccontare ogni sfaccettatura dei miei romanzi, rispondo con un entusiasmo che credo traspaia in abbondanza. Due ore che volano senza rendermene conto. Il più bel regalo per un autore di romanzi per ragazzi è il rapporto con loro e le basi di una società civile sono il dialogo costruttivo, il confronto, la condivisione di interessi e il piacere di stare insieme. Valori che leggevo nei visi dei 150 alunni del Liceo Garofano seduti davanti a me, nel loro interesse, nelle domande attente, nell’interazione e nella voglia di capire e apprendere. Gli intervalli al pianoforte di Enrico De Sisto, al quale faccio i complimenti, hanno reso ancora più suggestivo il mio intervento.
Saluto le classi e, con Alessia, Carmen e Giovanni, raggiungo il ristorante. Una piacevole chiacchierata davanti a un buon bicchiere di Aglianico e a un pranzo più abbondante di quello a cui sono abituato e di nuovo il tempo vola. Partiamo per la Mondadori di Marcianise dove terrò un firma copie dalle 15.00 alle 17.00.
Organizzatore dell’evento Ludovico Del Santo che ringrazio per la disponibilità e la cortesia. Ma non sono solo, alcuni docenti, il dirigente scolastico e diversi ragazzi del Liceo Garofano mi raggiungono intrattenendomi durante il firma copie.
A me piace la solitudine ma una solitudine fatta di ricordi, di volti, di emozioni, di esperienze, una solitudine in cui gioire di momenti come questi, in cui ricordare persone incredibili che non fanno del loro lavoro un semplice compito ma una passione da condividere. Una missione non per se stessi ma per i ragazzi che saranno il nostro futuro, c’è bisogno di persone così nel nostro mondo, nelle nostre scuole.

Ho voluto narrare questa giornata come una sorta di diario, una pagina scritta nella mia memoria che rimarrà indelebile e inattaccabile. Un’esperienza che non fa che rinnovare le sensazioni provate tre anni fa e la mia stima.
Quello che segue non vuol essere un semplice elenco di nomi freddo e impersonale, ma tasselli del mosaico variopinto di una vetrata che illumina i volti e scalda i cuori. Un coro di anime fuori dal coro che hanno reso un semplice incontro scolastico, una giornata indimenticabile.

Sembra un semplice grazie ma è molto di più.
Grazie al dirigente scolastico, ai docenti che hanno fatto leggere il libro, a chi mi ha accompagnato nelle trasferte, agli organizzatori, a chi mi ha tenuto compagnia durante il pranzo grazie a:
Giovanni di Cicco, Vittoria Simone, Fiorenzo Marino (assente ma sempre presente), Stefania Carotenuto, Daniela Aufieri, Margherita Madonna, Anna Cittadini, Liliana Scialdone, Alessia Ventriglia, Carmen Fiano, Giovanni Aurilio, Antonella Fiore, Antonio Parillo, Antonio Simone, Stefania Russo, Giuseppe Gagliardi, Francesco Marino.
Grazie anche all’alunna Maria Antonella Raucci per avermi donato le sue poesie.

Ore 23.20 arrivo a Milano, con un pezzo di cuore in meno. Arrivederci Capua.


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